"Sotto le spoglie di uno scopo intellettuale, i materiali sono stati completamente uccisi e non possono più comunicarci nulla. [...] L'arte Gutai non cambia i materiali, ma li riporta in vita" (Dal Manifesto del gruppo Gutai, fondatore Jiro Yoshihara - 1956).
Ispirata allo Zen, l'arte del gruppo Gutai ("avanguardia sotto il cielo", per via delle mostre allestite all'aperto) si pone come obiettivo il recupero dei valori andati perduti con la Seconda Guerra Mondiale, momento che ha anche accresciuto l'attenzione dell'Occidente sul Giappone e sulla sua cultura, portando a un'influenza reciproca su più campi. Attraverso numerose forme espressive - pittura, calligrafismo, opere teatrali e improvvisazioni - i fondatori Jiro Yoshihara e Shozo Shimamoto tentano di presentare la materia semplicemente come materia, dando a essa l'occasione di "parlarci" e a noi di ascoltare. Ma che cosa abbiamo smesso di cogliere e sentire quando "sotto le spoglie di uno scopo intellettuale i materiali sono stati completamente uccisi"? A Lugano, presso il Museo Cantonale d'Arte, dal 22 ottobre 2010 al 20 febbraio 2011 ci viene offerta l'occasione di porci in ascolto davanti alle opere degli artisti del gruppo Gutai e di rimettere in gioco le nostre concezioni di materia e atto creativo. Perché non cogliere l'opportunità?
Ne approfittiamo per segnalare anche l'assegnazione dell'Hiroshima Art Prize 2011 all'artista Yoko Ono, che molti sicuramente ricorderanno come compagna di John Lennon. Il premio viene assegnato agli artisti che "hanno contribuito alla pace dell'umanità nel campo dell'arte contemporanea".