asia
06 Novembre 2011

Diagnosi-mania

Sulla strada di casa, uno degli edifici che osservano silenziosamente il mio percorso quotidiano è una chiesetta piuttosto solitaria, normalmente sempre deserta. Oggi non lo era. Al centro della stradina, la lunga macchina nera contornata da fiori bianchi attendeva paziente e una decina di persone erano in piedi nel cortile. Figure tetre, in bianco e nero, che con aria smarrita si guardavano la punta delle scarpe pur di non incrociare lo sguardo con qualcuno. Mi sono allontanata da quell'atmosfera satura di tristezza ed impotenza tipica dei funerali, con una strana sensazione di rispetto.

Entro breve, anche il lutto potrebbe diventare una patologia mentale. Insieme al Disturbo Disforico Premestruale, al Disturbo da Ipersessualità, alla Sindrome da Rischio Psicotico (perché prevenire è meglio che curare), al Disturbo da Temperamento Disfunzionale con Disforia, a tutte le nuove dipendenze (tra cui la caffeina), al Disturbo Neurocognitivo Minore (diagnosticabile a tutti gli over-50enni) e al Disturbo Ansioso-Depressivo Misto (con sintomi non ben specificati) [1].

Queste sono alcune delle new entry tra le malattie psichiatriche del DSM-V [2], la nuova versione del manuale diagnostico dei disturbi mentali, la cui pubblicazione è prevista entro il 2013.

Non solo. Come denuncia Allen Frances [1] [3] [4] [5], psichiatra americano e capo della task force che ha redatto l'attuale DSM-IV-TR, un altro problema molto serio potrebbe derivare dall'abbassamento, in durata e criteri sintomatologici, della soglia per poter diagnosticare determinate patologie, come il Disturbo d'Ansia Generalizzato o il già inflazionato Deficit di Attenzione e Iperattività. La particolare, gravissima conseguenza di quest'ultimo, è che bambini anche molto piccoli potrebbero già vedersi affibbiata una diagnosi: nel migliore dei casi, li farebbe crescere con la convinzione di essere diversi, malati, con qualcosa che non va; nel peggiore dei casi, verrebbero intontiti da psicofarmaci di dubbia efficacia terapeutica [1] [3].

A livello generale, questo determinerebbe un aumento incredibile di pazienti falsi positivi. In Italia, infatti, potrebbero esserci 3 milioni di pazienti in più, solo considerando alcune delle nuove patologie. Come studente di psicologia, tutto questo crea non poche perplessità e preoccupazioni.

Una delle più ovvie e gravi conseguenze dell'aumento di diagnosi, a cui consegue l'aumento di potenziali pazienti, è l'aumento esponenziale dell'utilizzo degli psicofarmaci. A questo proposito sorge spontaneo chiedersi che ruolo giocano in tutto questo gli evidenti ed enormi interessi che le industrie farmaceutiche otterrebbero.

Ma anche senza arrivare alle conseguenze, ci sono alcuni punti alla base di questa "diagnosi-mania" su cui sarebbe interessante, se non doveroso, farsi qualche domanda in più:

Qui il link per saperne di più e per firmare la petizione che mette in risalto le preoccupazioni più evidenti che sorgono alla luce delle modifiche proposte dai colleghi americani.

a cura di Marianna Turriciano
redazione asia.it

Per continuare:

Intervista a Vittorino Andreoli
Intervista a Eugenio Borgna
Tecnologia e tedio, tempo pieno e tempo vuoto di significato

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Referenze:

[1] Frances, A. (2010). Opening Pandoras Box: The 19 Worst Suggestions For DSM5, Psychiatric Times.

[2] sito ufficiale DSM-V

[3] Frances, A. (2011). DSM-5 approves new fad diagnosis for child psychiatry: Antipsychotic use likely to rise. Psychiatric Times.

[4] Frances, A. (2009). A Warning Sign on the Road to DSM-V: Beware of Its Unintended Consequences. Psychiatric Times.

[5] Frances, A. (2010). Alert to the Research Community-Be Prepared to Weigh in on DSM-V. Psychiatric Times.


 


Commenti:


 Gianni Placido  Utente
Gianni Placido
07 Novembre 2011 - 18:16
Capisco e condivido appieno l'analisi e devo con tribolazione dire che vi sono ben altre e ben più subdole "patologie inventate" così sottili da essere persino più allarmanti di quelle elenzate all'inizio del vostro articolo, poichè già penetrate nel profondo del nostro universo culturale. Ogni giorno assisto perplesso ed impotente alla violenza di pubblicità dove "le imperfezioni" della pelle, MALATTIA creata ad arte, condiziona milioni di adolescenti che semplicemente devono vivere la loro maturazione fisica e psichica, ogni giorno ci viene letteralmente detto che "la cellulite è una malattia"!!! e che bisogna continuare ad essere stressati e a vivere al ritmo di una macchina perchè tanto abbiamo, COME CARAMELLINE, il nostro maalox e il nostro moment da tasca, che tanto è discreto no? Ma ci rendiamo conto? Subdolo e sconvolgente, si crea una patologia per vendere un prodotto, si riduce la complessità di una vita ad un fotoritocco da photoshop. La distanza dal reale e dall'autentico crea un abisso sempre meno colmabile, sempre più doloroso nel confronto con la vita. Grazie della segnalazione, Gianni


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