Copri un bicchiere vuoto con un panno da cucina.
Fissa il panno per un po' e poi tiralo via di colpo e scopri il bicchiere.
Per un istante subliminale vedrai solo una ignota presenza.
Non sarà "bicchiere" - questo è un significato che sopraggiungerà dopo una frazione di secondo.
Ora continua a fissare il bicchiere oltre la sua parentesi di usabilità.
Se è un bicchiere vuoto, ad esempio; fissalo a lungo.
Superato il limite di usabilità - il tempo in cui è sensato pensare che vi verserai una bevanda - esso inizierà di nuovo, a tratti, ad apparire sconosciuto.
E potrà accadere che il suo Nulla - il vuoto del suo significato di bicchiere - lasci con l'estremo evento e mostri l'irridcibile mistero dell'esserci di quella impenetrabile presenza.
A volte tale apertura accade spontaneamente con oggetti e persone, altre volte accade con il mondo intero.
Te incluso.
Così esplode nel cuore lo stupore per il fatto che qualcosa esista - che tu esista - a prescindere, piuttosto che nulla.
Ecco alétheia, il non-nascondimento: la verità.
La teoresi non giunge a tanto.
La fenomenologia esperita è la via che apre alla visione del miracolo.
Ecco Heidegger.
Ed ecco lo zen.