Si è concluso il concorso letterario dal titolo ” Il grande imbarazzo” (Dicembre 2006 – Febbraio 2007), promosso dall’Associazione A.S.I.A., rivolto agli studenti delle scuole superiori della Regione Emilia Romagna.

I giovani si trovano spesso in uno stato di disagio quando vengono a contatto con tonalità emotive oscure e apparentemente impenetrabili come la paura, la solitudine, l’angoscia, il senso di vuoto, la ribellione. Obiettivo del concorso è stato quello di dare un’opportunità ai giovani di poter esprimere con precisione queste voci che li abitano.

Si è chiesto loro di scrivere un breve elaborato (racconto, poesia, ecc…) prendendo spunto da tre testi indicati, ciascuno esprimente una sensazione, e di provare a descrivere ciò che accade quando si vive una di queste sensazioni senza semplicemente subirle, ma indagandole come fossero messaggi cifrati di qualcosa che ci riguarda profondamente. Sono stati utilizzati testi tratti da poesie di: Montale Forse un mattino andando in un’aria di vetro…, per esprimere il Vuoto, Leopardi Il passero solitario per la Solitudine, Angiolieri S’i’ fossi foco…  per la Ribellione.

 

1° Classificato: Stefano Poletti – Tonalità emotiva: Ribellione

Ribellione 
Ispirati dal vento che in me scolpisce nuove forme,
scorrono fra le mie mani sogni, speranze e illusioni,
le precarie bellezze che finiscono sempre,
prima o poi,
con il dissolversi nei flutti dell’aria. Osservo
le mie emozioni, le ghermisco e le forgio alla vampa
della coscienza: da dove proviene tanta irruenza?
Per quale motivo il destino burrascoso
di quest’anima?
Ma lasciati vivere, vita!
Dove fuggi?
Quanti altri insignificanti traguardi vuoi raggiungere
per far squillare altre promesse, altre menzogne?
Il panorama si appiattisce, mentre la morte si configura
come unico dignitoso scopo.
Quali irrisorie finalità potranno avere i nostri pensieri
superficiali e le nostre azioni davanti all’oscurità di questo universo,
se non quella profondamente mediocre di
rinvigorire desideri e paure?

2° Classificato: Matteo Federico Cavina – Tonalità emotiva: Vuoto

# 16 
Sono cinque le colline che hanno assistito al mio declino.
Poche luci e l’aria infinita.
La tristezza incombe su tutto ciò che vedo.
Vento mi porta la voce di urla lontane;
nessuna di esse può spiegarmi questa melanconia.

E’ finita così:
come speravo non finisse.
In un turbinio di rumori,
in cinquanta secondi di straziante
inferno, impresso nella mente per l’eternità.
S’infrange una realtà
che mi aveva per tanto abbracciato.

Vedo alberi, vedo corvi.
Vedo persone pronte a parlare, ma nessuno
sa quello che dice.
Finite le possibilità di lasciare un segno.

E’ iniziato il periodo dell’angoscia,
è iniziato il periodo degli occhi lucidi.
Inarrestabile voglia di solitudine,
e d’incontrare qualcuno.

In tutta sincerità,
poco sarebbe la differenza. In ogni caso.
Peggio di così,
non mi sentirò mai.

3° Classificato: Giulia Panzacchi – Tonalità emotiva: Vuoto

Il vuoto
Come spiegare il vuoto? Il dizionario recita: ciò che è privo del contenuto che dovrebbe contenere.
Ma possiamo davvero fermarci qui? A questa mera definizione fisica? Il vuoto è vertigine, paura…o forse no. Forse è una sensazione di magnifica libertà, e noi non ce ne accorgiamo neanche. Forse è ciò che da sempre l’uomo cerca di raggiungere. Inconsapevolmente. Forse si può definire vuota una persona apatica, senza ideali né opinioni… Ma quel sentimento inspiegabile che attanaglia lo stomaco e che non fa dormire la notte, quella sensazione d’incompiutezza che viene da dentro, cos’è? Quando, pur in mezzo alla gente, ti senti un naufrago sperduto su un’isola in mezzo al mare, come potresti chiamare l’angoscia che porti dentro? Nel profondo del tuo cuore, tanto, troppo nascosta…Cosa significa, cosa sta cercando di dirti?
Cosa vuole da te?

Segnaliamo altri tre elaborati che risultano particolarmente meritevoli per evocatività e senso poetico:

Andrea Cioni – Tonalità emotiva: Vuoto

 Il silenzio della mia voce
Silenzio. Ora solo silenzio ad avvolgere in un vuoto abbraccio il mio corpo ormai freddo.
Immobile. Distante. Pioggia lenta discende, come lacrime da un cielo scuro, in un pianto sconsolato. Cauta si poggia sul terreno macchiato, e li giace, come morta su di un letto di pietra.
Il lento affogare della purezza dell’acqua, in un buio di porpora.
Eppure i miei occhi sono ancora aperti, cercano nel picchiettare della pioggia una riposta ad una domanda senza parole. Ancora poco prima che anche l’ultimo sussurro si spenga, nell’eco del vento.
Una lama sibilò, il tonfo di un corpo rispose. Eppure neanche il metallo è riuscito a strapparmi lo sguardo. Neppure il sangue ha fatto tacere la mia voce. Solo pioggia ora..
Fresca pioggia sulla mia pelle insensibile, una sola carezza consolatrice. La luce sfuma, le ombre mutano, eppure, un sorriso mi solca le labbra. Non vinse la lama. Il mio sguardo ancora ti fissa.
Il silenzio della morte sarà per sempre nel vuoto del tuo cuore..

Alberto Cazzoli, – Tonalità emotiva: Vuoto

Come una fiera acquattata nella silenziosa tenebra del delitto, pronta a scagliarsi impietosa sulla tenera preda, così si insinua il terribile dio. Dove il terreno è più accogliente pone le fondamenta del suo futuro impero. Crescerà incessantemente, finché ogni cosa sarà sotto al suo giogo.
Imperscrutabile nel suo disegno, non conosce niente e da nessuno è conosciuto.
A lui sono rivolti tutti i pensieri; il suo sguardo non lascia trasparire risposta.
Lentamente corrode dall’interno, brandello per brandello, le pareti di carne e spirito della sua reggia.
Ma lui è un dio, e di fronte a lui nulla è per nulla: il suo dono è la conoscenza. La conoscenza del nulla. Con lei si inizia e con lei si finisce; lei è l’unica che non si nasconde dietro a spoglie finite e instabili. Non cela il suo volto sotto una maschera di divenire continuo e frenetico, e per questo è la più temibile di tutte le curiosità. La vera sofferenza è quando guardi l’orizzonte e vedi il vuoto.

Elena Riva – Tonalità emotiva: Vuoto

Ali di cenere
Vaste vedute davanti ai miei occhi
Fruste di luce su terra dorata
Piccole ombre si annidano leste
Tra i rami vecchi del mandorlo in festa

Nuovi germogli. E’ gioia. Ed è pianto.
Stella di fuoco che bruci lontana
Per te ora è cenere la placida vita,
Per te ora teso e affannoso il respiro.

Travolto e concluso il tenero giorno
Urlando a questo Universo incosciente
Io, in capibile anima, piango
Scrutando la nebbia dei miei stessi sogni.

Trafitto il mio bianco gabbiano
Chiazzate le sue libere ali
Ora né sole né luce tra i rami.
Io, solo ottuso e incolmabile vuoto.

Altri contributi in ordine alfabetico:

Ester Braga – Tonalità emotiva: Solitudine

Quando basta chiudere gli occhi per vedere oltre…
Ansimo affannosamente, sudo solitudine.
Strido, mi agito, mi tormento, sola contro Loro tutti.
Stringo in una morsa Mente, Cuore e Pensieri: loro prole. E li ammasso, su loro stessi.
Ogni venatura del mio fragile corpo si riempie. Prima ancora di rendermene conto
piango. I miei occhi si lavano di vero, di me, di mio.
E una nivea fuliggine mi mostra il mondo…
Spesso basta chiudere gli occhi per vedere oltre, veracemente. Ecco, sono chiusi:
Buio. Denso e leggermente ondulato. Segue un respiro, un movimento impercettibile, rintronante; il respiro della mente. Manca la forma, la sostanza si nasconde
così una curiosa paura barcolla mollemente nel Buio. Dove mi trovo?
Non vedo nulla.
Sto vivendo il vuoto
e posso, ora, sentirmi viva, vera, in volo. Percepisco la magia dell’irrealizzabile.
Sì. Preferisco chiudere gli occhi e vivere
l’incanto di quel Buio. Denso e leggermente ondulato. E’ il mio pensiero
a prendermi per mano e improvvisamente
a farmi volare.

Milo dal Brollo – Tonalità emotiva: Vuoto

Il pescatore 

Uno sguardo all’orizzonte…
Il Mare si dimena
Come il petto di un Dio antico.E una barca impotente
Morsa nei flutti scuri
E spumosi di furore.

Ecco il pescatore
Lotta per capire perché
Il Mare
Lo vuole divorare.

«Perché? Qual è il mio torto?»
Come sei coraggioso, o pescatore
Rema? Laggiù c’è il bagnasciuga.

Ma non è la tua salvezza
Ogni giorno dovrai imbarcarti
Quel ventre affamato
Non ti lascerà.

Il Mare

E’ il tuo destino.

Uno sguardo all’orizzonte…
Il Mare è piatto
Come il cielo senza nubi.E una barca placida
Portata dal vento
Soffice e profumato.

Ecco, sempre lui
Lotta per capire perché
Il Mare
Lo prende in giro.

«Perché posso gettar l’amo?»
Pescatore, non comprendi
Pesca! Domani, che ne sai?

E pescherai, combatterai…
Ti chiederai di mille motivi, ma
L’acqua bizzarra
Non ti lascerà.

Questo

E’ il tuo strano destino.

Irene Egua – Tonalità emotiva: Vuoto

A Nacoa
Sentor di ment’essenza piperita
Tra il muschiato fien che vien trafitto
Da smilzo tridente, al sol strilla diritto;
la bionda spiga, spicca divertita.

E ora bimba leccati la ferita;
ancor bacia la bocca il crin ritto
dorato, cullato da galoppo tuo fitto.
Schianto del silenzio. E sei svanita.

Vuoi, puoi riconquistare il sorriso,
gridare perché han detto bugie
ti han raccontato c’hanno ucciso

che han calpestato il bel narciso
il tango tra nude pelli, malvagie
di betulla e lupa terre, reciso.

Federica Franceschelli – Tonalità emotiva: Solitudine

Sola dentro
C’era una volta, quando camminavo sui fili attenta a non inciampare. Una volta quando saltellavo sui funghi e mi sedevo a giocare sull’erba blu con la schiena appoggiata al sole. Dicevo non sono sola perché ho le mie lacrime, e quelle staranno con me sempre, perché non può essere altrimenti.
Dicevo e ridevo e correvo e alla fine non mi importava niente. Dicevo la vita sarà come tante, io sempre qui e tu distante, sempre poca gente intorno e troppa nella mente. Non si sente niente da fuori, neanche un rumore. Un tempo col naso all’insù speravo in un giorno migliore.
Io come un’onda nel mare. Con una benda sulla bocca e la nebbia nella mente saluto il mondo, sorridete, abbiamo sempre saputo che me ne sarei andata così. Uno sparo e le farfalle che volano dallo stomaco al cuore e fuori dalle mani, non sono un eroe non sono un eroe.
Addio mi dispiace.

Martina Lelli – Tonalità emotiva: Vuoto

16 Marzo
Vuota
Incapace di ragionare
Incapace di capire
Intenta solo ad asciugarsi le lacrime
Intenta a cancellare la profonda ferita.

Pervasa dalla voglia di urlare
Espellere quel vuoto che la affligge
In costante ricerca di un volto amico
di occhi complici, che la possano capire
alla ricerca di voci calde che la possano aiutare

Quel vuoto, pesante come un macigno,
è ormai diventato parte di lei
l’ha conquistata, battuta, sconfitta.
La profonda ferita non è sparita, anzi
è scalfita sempre più in profondità.

Quel vuoto non scomparirà mai,
rimarrà e si ripresenterà ogni qual volta vorrà
e così capiterà che guardando il cielo
scenderà una piccola e innocua lacrima.
La vita è dolore, ora l’ha capito.

Giulia Panzacchi – Tonalità emotiva: Ribellione

La ribellione
“No!”
Il grido ribelle per eccellenza.
Ma cos’è la ribellione? Si potrebbe paragonare al crescendo della musica classica? E chi è un ribelle? Colui che vorrebbe fare a pugni con il mondo intero? Chi fa parlare di sé, nel bene e nel male? No, ribelle è chi ha il coraggio di combattere per le proprie convinzioni e prendersi la responsabilità delle conseguenze. La ribellione è un fuoco che brucia le ossa e che non si può contenere. Un sentimento con la forza di un tornado, un vento impetuoso che scompiglia la mente e i pensieri. È l’ondata di un fiume in piena che non si può arginare, è la ferita mortale in un combattimento all’ultimo sangue….
E quando prende il sopravvento, cambia la storia.

Giulia Panzacchi  – Tonalità emotiva: Solitudine

La solitudine
Quando una persona può dirsi veramente sola? Quando è chiusa in una stanza senza nessuna compagnia?
Solitudine…quando fra te e il resto del mondo c’è una barriera insormontabile, quando neanche il tuo migliore amico riesce a capirti. Irraggiungibile, estraneo persino ai tuoi genitori… “So cosa provi” ti diranno. Ma no, non lo sanno, nessuno può saperlo. Guardi gli altri, i tuoi amici, e resti in disparte, rimpiangendo di non poter fare come loro…loro, veri adolescenti senza nessun problema al mondo…
Resti in disparte, seduto a guardare, rispondendo distrattamente a chi ti chiede cosa hai fatto. In realtà vorresti urlare che ti senti strano, diverso, anormale… Ma sai che non servirebbe a niente, perché da quella prigione non uscirai mai… anche se continui ad attaccarti alle sbarre implorando pietà, nessuno ti risponderà…
Perché solo tu hai la forza per uscirne.

Stefano Poletti Tonalità emotiva: Solitudine

Solitudine
Alle redini della mia volontà, sotto il giogo della fierezza dello spirito, sono partecipe dell’universo e, attraverso le stelle, miei occhi, osservo.
Ma il passo non è ancora abbastanza fermo. L’arida verità mi lascia solo tra tutti, occhio giudice unicamente di sé. Quando tendini, nervi e muscoli, allenati dallo strazio della paura e dall’ira, si accorgono di non avere nessuna grave croce da sostenere se non quella della libertà, le pareti cadono: oltre scopro solo infiniti deserti, quelli che dell’onesto fanno un povero eremita.

Stefano Poletti – Tonalità emotiva: Vuoto

Vuoto
A volte si fa avanti, timida, la sapienza dei
muti alberi. La rabbia tenace è sminuita
dal chiarore della luna
e i dubbi più profondi sono diradati
dalla nebbia fitta che tutti gli spazi fa apparire
infiniti.
A un tratto le difese cedono al potere
inebriante della conoscenza della silente natura e,
come una modesta barca legata al molo
segue gli imperativi della superficie dell’acqua,
così io, dimentico di me e attento
a tutto ciò che vive attorno, mi faccio trasportare
dalle gambe leggere attraverso i lunghi e neri fusti
e tocco qui e là i fratelli che
meglio ricordano la precarietà degli uomini.

Francesca RaffiniTonalità emotiva: Solitudine

Cancro scarnificatore
Delle umane genti
E divoratore
Del significato dell’esistenza;
un’esistenza schiacciata,
dalle rovinose uncinate ruote
motrici del frenetico moto dell’oggi.
Ma
Forse,
Anche quiete dell’animo,
attimo
sospeso,lontano,
dalle rovinose uncinate ruote
perpetuatrici del frenetico moto dell’oggi.
O,
Momento
Di riflessione,
di metafisica meditazione sull’io,
quell’io
perso,
stritolato,
dalle rovinose uncinate ruote
che perpetuano il frenetico moto dell’oggi.
Scelta
Dolorosamente sofferta,
aspro frutto
dell’insensibilità altrui,
amara scoperta
dell’assenza di tempo
e di cuore,
per condividere
per ascoltare,
travolti
trascinati,
dalle rovinose uncinate ruote
perpetuatrici del frenetico moto dell’oggi.
Solitudine:
delle umane corrispondenze
minaccia;
o
essa stessa minacciata
dal progresso invadente,
dalle rovinose uncinate ruote
motrici del frenetico moto dell’oggi.

Elena Riva – Tonalità emotiva: Vuoto

Slancio Positivo
C’è un soldato dentro di me, di quelli che non riescono ad arrendersi, una lacrima nostalgica, un pugno che suona sordo dentro l’anima, una ferita rossa nel cielo. Come una melodia suonata
lenta, la rabbia stringe il cuore e poi si deposita, tornando fuori ad ogni no.
Ricordo sfumature dell’adolescenza bruciata nel cercare un posto migliore, cercavo di piacere distruggendo la realtà.
Voglio vivere libera ma libertà non c’è, vorrei cantare una musica non adatta a me.
Sono uno strano essere: piccola, fragile preda dei lupi, mai apprezzata per quello che è.
Piangendo contro un muro dopo una tempesta di spine sul mio corpo ormai trafitto, comando a me stessa di espellerle senza sapere dove siano. Sono bloccata dentro, probabilmente dovrei
spalancare le porte, posso distruggere questa malinconia. Anche se forse troppo sensibili per
stare al mondo, i migliori prima o poi trionfano.

Cecilia Vitiello – Tonalità emotiva: Ribellione

Del bastone lo scempio
Del bastone lo scempio
della lacrima il solco
urlo e stridore.
Porto un lamento, mio signore
le guance non hanno più
carne da offrire.
E’ veleno, non inchiostro
quello che sputo
a 451° io brucio.
Mi
dis-
tacco.
Mi dissocio.
Alzo la testa e non tendo le mani
se cado mi rialzo, sola
graffia la rabbia nella gola.
Proteggi i tuoi cristalli
dal grido.
Senza di essi
non riesci
non puoi
guardare il mondo.
Crudeli i giudizi
vani i pensieri
indolenza e ignoranza
sono i tuoi occhiali.
Li sfregio, frantumo, calpesto.
Nell’arena nasciamo
fra morsi alla coda
ringhiamo inganni.
Lecco
le
ferite.
Voglio uscire
grondando trionfo
e non tornare.

Silvia Zanella Tonalità emotiva: Ribellione

Un fuoco d’artificio
La rabbia è un attimo:
nasce, sfrigola, scoppia e passa
ed i ricordi servono,
col senno di poi,
a capire tante cose.

Silvia Zanella – Tonalità emotiva: Ribellione

Un frutto rosso
La rabbia è un frutto:
nasce, matura, scoppia, marcisce
e torna nella terra come
concime.

Silvia Zanella – Tonalità emotiva: Ribellione

Io e la rabbia
Un bollore scarlatto divampa nel profondo:
irrefrenabile pare,
sale,
strabocca,
continua ad ardere.
Ma lentamente
la ragione abbassa i toni,
smussa gli angoli,
raffredda gli animi.
Di tutto rimane solo un po’ di fumo che,
di tanto in tanto,
appanna la vista e poi si dilegua.
Difficile da trattenere
è la rabbia,
ma limitarla ogni volta si deve, per non farsi del male.