Segnaliamo un'interessante variazione sul tema della psicoterapia: “[...] la gente vive nel vuoto esistenziale e tale vuoto esistenziale si manifesta soprattutto in uno stato di noia. [...] effettivamente sono in notevole aumento coloro che si rivolgono a noi accusando un senso di vuoto interiore, da me descritto e indicato come “vuoto esistenziale”, un senso cioè di abissale assurdità della propria esistenza.” Viktor E. Frankl
Questa è la condizione di fondo dell’essere umano e la vita è il tentativo del singolo di colmare questo vuoto, sembra dire lo psicanalista tedesco.
Prendiamo spunto proprio dal libro da cui è stata tratta la citazione iniziale: Come ridare senso alla vita (Ed. Paoline, 2007) dello psichiatra austriaco fondatore della Logoterapia.
Notevole è l’intuizione dello psichiatra austriaco, cioè che “l’esigenza profonda e radicale insita nella persona viva non è la volontà di potenza, né la volontà di piacere, ma la volontà di significato”.
E’ risaputo che la domanda guida dell’uomo occidentale fin dal tempo dei Greci è stata: che cos’è l’ente? Solo nella prima parte del Novecento con lo sviluppo della filosofia esistenziale è emersa la questione del senso, che ha assunto poi i toni più drammatici con le tragedie della guerra. Morto Dio che cosa può dare significato al percorso di una vita spesa su questa terra? Cosa intendiamo con le parole significato e senso?
“Il significato non deve essere conferito, ma trovato. E la coscienza viene in aiuto per una tale ricerca. In una parola la coscienza è l’organo di significato. Essa potrebbe essere definita come la capacità intuitiva di scoprire il significato, unico e singolare, nascosto in ogni situazione... In un’epoca in cui sembra che i Dieci Comandamenti stiano perdendo la loro validità incondizionata per molti uomini, l’uomo deve imparare a percepire i 10.000 comandamenti che sorgono dalle 10.000 situazioni uniche di cui è costellata la vita”.