Nucleare civile e nucleare militare: il primo implica automaticamente il secondo? Se diamo credito alle notizie dei telegiornali dovremmo concludere di sì. Ma è così semplice il passaggio da una tecnologia all'altra?
Massimo Zucchetti, ingegnere nucleare e professore ordinario di Impianti Nucleari al Politecnico di Torino, nonché partecipante ai convegni internazionali sull'energia nucleare organizzati dall' AIEA (Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica)[1], nel suo ultimo libro, L'atomo militare e le sue vittime (UTET), ci aiuta a far chiarezza.
"Per il funzionamento dell'impianto nucleare di Bushehr, i cui scopi «civili» sono accertati e non messi in dubbio da nessuno, l'Iran deve poter fabbricare o avere a disposizione del combustibile nucleare. Questo è costituito da uranio, arricchito[2] nella sua componente fissile (U-235) fino a circa il 3%. Teniamo conto che l'uranio naturale, del quale l'Iran è copiosamente dotato di giacimenti, ha un arricchimento dello 0,7%, e non è quindi utilizzabile a scopi energetici dal reattore di Bushehr senza prima essere arricchito. L'Iran ha pensato di dotarsi di tecnologie atte all'arricchimento dell'uranio, in modo da effettuare tutto il «ciclo del combustibile» in casa, senza ricorrere all'estero.
La tecnologia di arricchimento della quale l'Iran si è dotato è quella dell'ultracentrifugazione, che è in quest'ambito una delle più moderne e avanzate. Teoricamente, l'ultracentrifugazione può essere utilizzata per spingere fino all'estremo l'arricchimento del combustibile, e passare dal 3% al 90%.
Ma radunare tutti i tasselli per mettere insieme il puzzle della bomba è fortunatamente difficile.
Infatti, il Trattato di Non Proliferazione (TNP)[3], cui anche l'Iran aderisce, prevede ispezioni costanti da parte dell'AIEA e l'Iran ha finora dichiarato all'Agenzia ogni singolo grammo di materiale nucleare transitato o presente sul suo territorio"
Nell'aprile del 2004 il professore Zucchetti ha visitato il costruendo impianto nucleare iraniano di Bushehr e ha potuto verificare l'assoluta volontà di trasparenza e di collaborazione dei colleghi iraniani - sia dell'università di Shiraz sia dei centri di ricerca. Ma la volontà dei ricercatori non coincide con quella dei loro governanti. Infatti, mentre l'amministrazione USA si adopera in ogni modo per evitare una soluzione negoziata e spinge per un deferimento dell'Iran al Consiglio di sicurezza dell'ONU, il presidente iraniano, trovandosi l'Iran circondato da India, Pakistan e Israele, notoriamente paesi dotati di bomba atomica e collegati con l'orbita occidentale, ha avviato una collaborazione con la Repubblica Popolare Cinese.
Nonostante questa situazione, dopo diversi anni di trattative e di ispezioni, nell'agosto del 2007 la AIEA ha concluso di non riscontrare alcun fattore di natura bellica legato al programma nucleare iraniano (leggi qui, inglese).
Segnaliamo il libro:
L'atomo militare e le sue vittime
di Massimo Zucchetti
€20,00
UTET 2008
di Paolo Ferrante
Redazione Asia.it
[1] http://it.wikipedia.org/wiki/Agenzia_Internazionale_per_l%27Energia_Atomica
[2] Si intende con arricchimento quel procedimento che altera l'abbondanza isotopica naturale dell'uranio (99,3% U238 e 0,7% di U235) in favore dell'U235. Si chiama uranio arricchito qualunque miscela di isotopi con abbondanza di U235 superiore allo 0.7%. L'uranio da utilizzare per scopi civili è arricchito a circa il 2-3%, mentre quello per scopi militari è arricchito a circa il 90%.
[3] http://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_non_proliferazione