Il prof. Giovanni Giorgini risponde alle ultime domande che gli sono state rivolte nelle puntate di filosofia "dia-logando". La redazione ringrazia la sua umiltà e competenza; parimenti un grazie alla partecipazione che avete dimostrato con le vostre domande e che ha aggiunto il sale a questa iniziativa!
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puntata XIV
maraura - 16 Luglio 2009 17:48
Un'encomio particolare per questa splendida inziativa. Vorrei umilmente chiedere al prof.Giorgini se è possibile credere in un Platone fortemente attuale: parliamo di distanze incolmabili, secoli intrisi di vicende e linee di pensiero ci separano da Platone, ma possiamo noi oggi dire di aver trovato risposte certe e stringenti circa le domande poste dalla filosofia platonica-socratica? Possiamo dire di aver risolto le antiche aporie? Grazie. Laura
G.G. Cara Laura,
uno dei motivi per cui noi continuiamo a leggere Platone e a tornare a Platone è perché egli ha posto delle domande e ha individuato dei problemi che sono eterni, connaturati all'uomo e al suo vivere associato ad altri. Noi abbiamo cercato di dare risposte sempre più corrette e stringenti, come dici tu, ai suoi quesiti, ma queste risposte non sono mai definitive. Come puoi vedere dalla risposta a Guido Martinoli, qui sotto, problemi come la validità dell'opzione politica democratica sono sempre validi. E noi cerchiamo risposte sempre più soddisfacenti. E Platone, che credeva nell'esistenza di una verità oggettiva, apprezzerebbe il nostro sforzo, come filosofi, di avvicinarci alla verità.
Puntata VIII
hayzooz - 03 Giugno 2009 09:00
Ponendo il filosofo al di sopra delle leggi, Platone rifiuta la lezione di Socrate - che preferisce morire piuttosto che disobbedire alle leggi di Atene - . Come e quando avviene questo "tradimento"? Grazie.
G.G. Questa è veramente una bella domanda, ma decisamente complessa! Il rapporto di Platone con le leggi è assai complicato ma certamente egli riteneva che il vero filosofo fosse superiore alle leggi. Platone ha, da un lato, compreso l'importanza cruciale di buone leggi, ma dall'altra ha colto che esse presentano due problemi: sono rigide, mentre la realtà umana è in continuo divenire; e sono fatte da uomini, che sono imperfetti e fanno errori. La soluzione migliore, per lui, è dunque quella di creare una classe di 'esperti', di persone che conoscono il vero bene per l'umanità e sono ad esso devote, per creare buone leggi. Ha capito perfettamente che le leggi sono il frutto di una decisione politica (molto prima di Schmitt o Mortati) e ha pensato che la soluzione fosse avere buoni uomini politici.
Anche con Atene ha sempre avuto un rapporto conflittuale, ma essa è sempre presente sullo sfondo di tutte le sue proposte politiche. Io forse parlerei di un 'superamento' più che in 'tradimento' di Socrate (ma molti sono daccordo con te), perché Platone è rimasto socratico sotto molti aspetti ma si è reso conto, con la condanna a morte del maestro, che il suo programma di educazione degli Ateniesi aveva fallito e non era così 'fedele' alla propria città: in questo assomiglia più all'altro socratico Senofonte.
Da: Domande e risposte 1
solare - 19 Maggio 2009 07:38
Gent.mo esperto, e vero o falso che la mistica dipende da tutto quello che si ama del creato? C'è una risposta per dimostrare che essere mistico, e lo può scoprire solo la stessa persona? E vero che il mistico supera tutte le filosofie Orientali e Occidendali? Grazie.
G.G. La mistica appartiene sia alla tradizione orientale che a quella occidentale, fin da tempi antichissimi. Secondo alcuni, sin da Parmenide e la sua visione dell'Essere. La mistica non è necessariamente in opposizione alla filosofia, anche se la filosofia si contraddistingue per l'uso della ragione e dell'argomentazione mentre la mistica usa la ragione ma può talvolta prescindere dall'argomentazione. In ogni caso sono d'accordo che per essere mistici occorre amare il creato, questo nostro mondo che è così pieno di male ma anche di bene che non può che suscitare continuo stupore. Non è un caso che la maggior parte degli astronauti nello spazio abbiano avuto pensieri mistici.
Puntata IX
guido martinoli - 07 Luglio 2009 17:12
G.G. Caro Professore, Io non voto ma opinioni politiche ne ho e in abbondanza. Tra i non votanti, tolti quelli che si disinteressano, rimangono gli altri, ed Io tra questi, che non votano perché rifiutano il criterio democratico e meramente quantitativo del "una testa un voto". Quest'assurdo assunto presuppone un'uguaglianza irreale ed emotiva, che contrasta con l'evidenza. I cittadini sono decisamente e ovviamente diversi, per sesso, età, lingua, razza, religione, censo, titolo di studio, competenze professionali, in netto contrasto col qualunquistico articolo 3 della Costituzione. Diversità che si evince, oltre che dall'abisso che separa il becero dal genio, anche e paradossalmente al di là dell'interesse politico, da chi vota da chi no. Secondo Lei sono "fuori"??
G.G. Caro Guido,
io non penso affatto che tu sia "fuori"; magari, dal tono della tua lettera, peraltro ben argomentata, trovo che tu sia giovane. Perché ti piacerebbe il genio e la perfezione e invece con l'età si scopre che il genio spesso si accompagna a grosse carenze in altri campi e la perfezione è sempre secondo le circostanze. Per cui la democrazia non è il miglior governo in assoluto, è solamente il migliore che siamo riusciti ad escogitare per ora. E può certamente essere migliorato sotto molti aspetti, come tanti pensatori hanno proposto dai tempi di Platone (che in realtà non l'amava proprio e voleva sostituirla con un governo dei sapienti). E certamente, come un grande conservatore britannico ottocentesco ha detto, la democrazia si basa sull'assunto sbagliato che tutti gli uomini abbiano un'opinione! E' vero, gli uomini non sono tutti uguali e non tutti hanno opinioni, però è anche vero che la politica, e la capacità politica, vanno oltre le differenze di sesso, razza etc che tu citi: non tutti possono fare gli architetti o i musicisti (perché magari non hanno gusto o orecchio) ma tutti possono essere in grado di esprimere un'opinione politica. La democrazia presenta il vantaggio, rispetto ad altri regimi, di lasciare libertà ai cittadini e di mirare a un'uguaglianza di opportunità (che è diversa dall'egualitarismo). Per migliorarla bisogna puntare sull'educazione e istruzione dei cittadini, che in generale sono assai meno sciocchi di quanto i politici (anche democratici) pensino.
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