Il giardino della natura
di Gianumberto Accinelli
Eugea Edizioni, 2012

 

Chi ha avuto la fortuna di crescere lontano dalla città, magari attorniato da prati e boschi, sa perfettamente che non c’è mistero più affascinante della danza ‘parlante’ di un’ape che comunica così coordinate degne di un radar alle proprie ronzanti compagne, e che non c’è fantasticheria infantile più fertile dell’immaginarsi i luoghi lontanissimi da cui ogni estate le rondini ritornano, dopo aver percorso inspiegabilmente rotte che passano da un continente all’altro. Chi cresce in città, da questo punto di vista, è considerato meno fortunato. Almeno finché non scopre Il giardino della natura, quinto testo divulgativo di Gianumberto Accinelli, uno dei fondatori di EUGEA (Ecologia Urbana Giardini E Ambiente, nata come spin off accademico da un gruppo di entomologi della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna): tra i maggiori meriti di questo libro vi è infatti la capacità di sorprendere sia un lettore che abbia già avuto la possibilità di osservare ed amare la natura, sia chi non abbia (ancora) avuto la fortuna di lasciarsene stupire.

Cosa che, in realtà, è sempre possibile, perché “esistono tante amazzonie minuscole […], e sono il nostro giardino, l’orticello degli anziani, perfino le piante sul nostro balcone”, come recita lo scritto di Giorgio Celli che introduce il volume (a Celli, scomparso nel giugno 2011, il testo di Accinelli è affettuosamente dedicato). E, come l’Amazzonia, ogni piccolo punto verde nasconde un mondo che non è solo affascinante, ma è pure strettamente legato da un lato alla storia dell’umanità, dall’altro al nostro vivere quotidiano, dal quale l’autore prende sapientemente le mosse per porsi e porre moltissime domande; se alcune di queste sono tra il serio e il faceto (cosa accomuna una sirfide al ragionier Fantozzi? In che senso gli insetti possono insegnarci a mentire a fin di bene?), la maggior parte ci riguarda da vicino, e tutte sono estremamente interessanti: ad esempio, gli insetti sono capaci di pensiero astratto? Com’è possibile un’intelligenza basata sul puro istinto? Da dove saltano fuori le cosiddette proprietà emergenti? Sono sempre un vantaggio per le specie (come l’uomo) che se le trovano addosso? E perché il classico schema iconografico dell’evoluzione della specie (per intenderci, quello che mostra un protozoo ‘diventare’ un pesce, un anfibio e così via, fino all’uomo) viene criticato dagli stessi scienziati evoluzionisti?

Insomma, ce n’è per tutti i gusti. E i contenuti, colorati da numerose immagini e divertenti disegni, sono resi in uno stile leggero, ironico, che spazia dai ricordi personali ai dati scientifici più aggiornati, il tutto insaporito da una buona dose di (auto)ironia; a questo proposito, nel Giardino della natura anche la figura dello scienziato (e in particolare dell’entomologo), come una larva di crisopa subisce una trasformazione non indifferente: da siderale ‘esperto’ che descrive la vita naturale con l’intento, un po’ ingenuo e un po’ arrogante, di spiegarla, lo scienziato si svela essere innanzitutto una persona che ama farsi domande sulla natura e lasciarsene meravigliare, più che intrappolarla in qualche traballante risposta. Così, agli occhi dell’entomologo, il soffitto brulicante di zanzare non è più (solo) la prospettiva di una notte insonne, ma l’occasione per osservare il lato “sadomasosplatter” della natura. Attraverso tale approccio, anche gli errori degli entomologi trovano spazio, e così le loro geniali intuizioni: lo scienziato torna ad essere uomo e, in quanto tale, capace di entusiasmarsi di fronte alla singolarità della vita biologica, di osservarla con l’umiltà dettata dall’interesse più autentico, di sbagliarsi quando si allontana troppo da ciò che osserva, magari dimenticando che “nell’immenso quadro pointilliste della natura emerge, in un angolino che avevamo trascurato, un puntino completamente fuori posto che non ci azzecca con il resto del puzzle e ci lascia a bocca aperta”.

Ma i veri protagonisti del libro di Accinelli sono gli insetti. Di questi stranissimi esseri, qualche volta decisamente poco attraenti e dalle infinite specie sparse su tutto il pianeta, pagina dopo pagina scopriamo le sorprendenti e diversissime capacità, e vediamo crollare anche parecchi preconcetti – cosa molto utile, quando si tratta di distinguere un’innocua e utilissima Xylocopa da un aggressivo calabrone, o quando si è alle prese con la famigerata zanzara tigre (con il pragmatismo dell’uomo di scienza, l’autore propone anche diverse soluzioni naturali alla presenza talvolta inopportuna delle creature a sei zampe: si può convivere tranquillamente, avendo cura di non oltrepassare i limiti imposti dall’altro…). Durante la lettura, la curiosità prende gradualmente il posto della diffidenza, perfino quando si tratta di ragni (a proposito: guai a chiamarli insetti!): è sufficiente lasciarsi trasportare dal tono scanzonato della scrittura di Accinelli e da ciò che descrive, di cui l’autore mette in evidenza l’affascinante singolarità. Che davvero non manca, tanto che talvolta il ragno ne sa più dell’entomologo…

E’ infine importante evidenziare che Il giardino della natura non teme di chiedersi perché mai la biodiversità, di cui da anni sentiamo parlare, debba effettivamente costituire un valore; se la domanda riguarda tutti, a tutti (anche ai più giovani) è possibile affrontarla leggendo questo libro. Che riserva un’ultima (o una prima) sorpresa: allegati al volume, il lettore troverà i semi di tre piante molto speciali – la Nigella, il Gittaione e il Lino da fiore (che potete rispettivamente ammirare nelle immagini di questa pagina). Perché speciali? Perché sono piante che, al contrario di altre (come il grano, la rosa, il geranio), non sono “ammalate d’uomo”… Lasciamo alle ultime pagine del libro l’incombenza di chiarire cosa questo significhi; qui sarà sufficiente sottolineare che, come tutti gli esseri davvero liberi, questi fiori incarnano, celebrano e rinnovano in modo autentico “[un’] avventura che da milioni di anni procede e che, fino ad oggi, nessuno è ancora riuscito a spiegare: la vita”.

Dello stesso autore:
Per le Edizioni Eugea, Il giardino delle farfalle e Le chiavi dicotomiche
Per Giunti Editore, Scegliere l’agricoltura biologica