In occasione dello scorso Festival della Filosofia di Modena, abbiamo intervistato l’antropologo Marc Augé, che ci ha parlato dei sentimenti, in particolare dell’amore (tema del Festival 2013), e delle relazioni umane nella contemporaneità. Come cambiano i legami ai tempi della comunicazione? Quali conseguenze comporta, nella qualità dell’amore e della conoscenza (reciproca, collettiva e individuale), la sostanziale accelerazione del quotidiano?

Un altro tema affrontato dallo studioso è la finalità del vivere in quanto società: “per-che” vivere, quale senso teleologico attribuire all’Uomo? Condivisione fra gli individui, equità, libertà individuale possono costituire tale senso?

Guarda anche Marc Augé: nonluoghi, interiorità, poesia

Marc Augé, etnologo e antropologo, è fra i maggiori studiosi delle società umane. È stato direttore dell’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) a Parigi e direttore dell’Ufficio della ricerca scientifica e tecnica d’oltremare (ORSTOM – ora Istituto di Ricerche per lo Sviluppo, IRD).
Teorizzatore del concetto di nonluogo, Augé ha approfondito i propri studi sulla contemporaneità, analizzandone aspetti critici quali l’aumento della solitudine nel mondo occidentale, malgrado le notevoli possibilità comunicative, e il carattere sempre più stereotipato e obliante della cultura alla quale apparteniamo.