I piedi: ultimo accessorio, situati in fondo, così in fondo che non li guardiamo mai. Ma li sentiamo eccome, specialmente dopo una giornata di lavoro, dopo averci scaricato sopra maldestramente il peso del resto del corpo, dopo che li liberiamo dalle strette e appuntite prigioni che tanto abbiamo pagato.

Che male ai piedi la sera!

Ma fermiamoci. Noi conosciamo i nostri piedi? Soprattutto sappiamo stare in piedi?

Sappiamo che il nostro corpo riconosce una postura, la propria, se non lo forziamo a cambiare?

I piedi sono fondamentali, non è compito di questo spazio insegnare a stare in piedi perché in realtà, come tutto, è un lavoro di percezione che va affinato con cura, ma qualche indicazione aiuta a migliorare, a farci scoprire che è proprio così, che se ascoltiamo il corpo la mente diviene più attenta, più calma, se facciamo attenzione a noi stessi impariamo che il modo migliore per volerci bene è educarci ad un disciplinato ascolto di noi stessi.

Il risultato della postura eretta è frutto di un sapiente lavoro di equilibrio incentrato principalmente sulla colonna vertebrale che percorre precisi canali di forza. Qualsiasi posizione inadeguata a seguire le linee di dispiegamento del corpo graverà inevitabilmente sull’intera struttura, la quale, per permanere nella postura verticale, si troverà ad assecondare i cambiamenti su percorsi nuovi e spesso sbagliati, comportando uno sviluppo anomalo di una certa muscolatura.

Le abitudini vanno a modificare, se sono scorrette vanno a scompensare.

Va da sé l’importanza della disposizione di tutto il corpo nella maniera più naturale per poter essere ben supportato dai piedi, ma un aiuto notevole a questo scopo ci arriva proprio dall’ascolto di ciò che la loro corretta posizione ci chiede.

Perciò analizziamo la base d’appoggio del corpo, ovvero le piante dei piedi.

Di seguito troverete un piccolo esercizio che potete provare a fare e a cui prestare attenzione in qualsiasi momento della giornata.

Potrete notare che quando l’attenzione si abbassa la mente stessa diviene più calma e, riposando nel corpo, la percezione dell’ambiente esterno muta notevolmente permettendoci, nel giro di non molto tempo, di notare quanto molti dei nostri problemi nascano dall’abitudine della mente di distrarsi continuamente stancandosi e disperdendo energie che dal momento in cui iniziano ad essere disciplinate sono le prime forze che concorrono né più né meno al nostro benessere fisico.

  1. Avvicinate i piedi fino a far combaciare le linee interne, dagli alluci ai talloni.
  2. Distanziate poi i talloni di due o tre centimetri mantenendo gli alluci ancora a contatto. Le linee esterne dei piedi risultano parallele.
    Considerate questo come il giusto rapporto tra i piedi.
  3. Distanziate i piedi in larghezza avendo cura che le line esterne restino parallele. Per sentire bene l’appoggio sui piedi sono particolarmente importanti alcuni punti delle piante che evidenziamo in questo modo:
    a. Tenendo i piedi paralleli sollevate tutte le dita, restando così in appoggio sui talloni e sulle articolazioni alla radice dell’alluce e del dito piccolo, i punti riportati nel disegno. Sentite bene questi appoggi come piloni di una struttura architettonica sui quali si scarica tutto il peso del vostro corpo,
    b.  Lasciate ritornare al suolo le dita senza calcare su di esse.
    c.  Suddividete il vostro peso totale in modo che su ciascuno dei sei punti scarichi un sesto del peso corporeo.

In questo modo la posizione risulterà leggermente spostata in avanti perché due punti su tre sono nell’avampiede.

La linea esterna poggia al suolo ma non calca, quella interna forma un’arcata sollevata dal terreno.

Il restante peso si distribuisce uniformemente nel piede che si appoggia a terra.

Detto questo non aspettiamoci di cambiare postura e risolvere in un momento i nostri fastidi fisici, ma non aggrappiamoci nemmeno all’altra estremità: non rifiutiamo di provare!

E’ la nostra vita quella che stiamo vivendo, è il nostro corpo a permetterci di assaporarla e a sostenerci quando siamo sconfortati, perciò proviamo a rivolgerci ad esso con una mente nuova, di scoperta e fascino. Non abbiamo nulla da cambiare se non la relazione con noi stessi, e davvero non sappiamo quanto sia prezioso.