Vacanze alternative di studio e cultura sulle Dolomiti

Crescere, migliorarsi, coniugare vacanze e cultura. Le Vacances de l’Esprit nascono proprio per soddisfare uno dei bisogni più sentiti oggi, accrescersi interiormente e uscire dalla logica della routine quotidiana. Così, scegliendo luoghi di eccezionale bellezza e atmosfera, abbiamo pensato di far incontrare in vacanza i personaggi della grande cultura e coloro che di crescita culturale sentono il vivo bisogno. Vacances de l’Esprit è una formula innovativa di vacanze che abbina svago e cultura e che da anni ospita docenti sia di livello nazionale che internazionale come Emanuele Severino, Gianni Vattimo, Umberto Galimberti, Margherita Hack e molti altri, nell’ambito delle discipline umanistiche e scientifiche.

Per una settimana, nel silenzio e nella cornice delle Dolomiti, un protagonista della cultura sviluppa un tema in maniera divulgativa partendo dalle domande dei partecipanti. L’iniziativa è ormai famosa in tutta Italia ed ha avuto risalto su molte testate giornalistiche di diffusione locale e nazionale. Attraverso questa iniziativa l’Associazione rivela la sua vocazione interdisciplinare e la sua proposta di approfondimento culturale permanente, affinché lo studio venga visto come fonte di interesse ed arricchimento personale e non solo professionalmente finalizzato.

Come sono nate le Vacances de l’Esprit

Le Vacances de l’Esprit sono organizzate e proposte dall’Associazione Spazio Interiore e Ambiente di Bologna, fra i cui soci fondatori si trova Franco Bertossa ideatore delle Vacances.

L’idea è nata da alcune semplici ma essenziali considerazioni. Innanzitutto il fatto che, considerati i nostri ritmi di vita, una volta esaurito il ciclo di studi volto ad introdurci nel mondo del lavoro, non si ha più tempo a disposizione per approfondire nuovi interessi culturali e tanto meno per creare le condizioni affinché ne nascano dei nuovi. Questo può portare, non solo al cosiddetto “analfabetismo di ritorno”, ma anche ad una sorta di spegnimento intellettuale dovuto alla mancanza di nuovi stimoli. E’ noto che la mente tende ad irrigidirsi e ad invecchiare tanto più rapidamente quanto più rapidamente smette di provare interesse e curiosità. Questa situazione è frutto di un’idea di cultura puramente tecnica e funzionale all’inserimento professionale, il più delle volte svuotata di passione personale. Si studia per dovere e non per piacere o per arricchimento personale. Secondo alcune statistiche, per esempio nelle province italiane in cui è particolarmente facile trovare impieghi remunerativi che non richiedono un particolare livello di istruzione, i giovani smettono di studiare molto presto e questo causa un grave impoverimento culturale a scapito dell’attuale e futura società.

Un’altra considerazione riguarda il fatto che, seppur la nostra società veda rapidissimi cambiamenti di vita grazie alle scoperte ed ai progressi della scienza, la cultura scientifica nel nostro paese è molto scarsa. Soltanto coloro che hanno compiuto studi specifici, riescono a comprendere le profonde implicazioni delle attuali scoperte scientifiche. Questo implica che si crei un divario sempre più consistente tra chi si occupa di scienza e chi semplicemente la subisce senza riuscire a farsene un opinione critica. Moltissimi problemi sociali e politici, che vanno dall’ecologia alla bioetica, richiedono un minimo di conoscenze scientifiche ed anche filosofiche, per poter eventualmente comprendere e criticare le idee sulle quali tali problemi sono sorti, spesso caratterizzate dal fatto di fondarsi su un’idea dell’uomo non corrispondente alle sue esigenze interiori più profonde.

Non solo; la scienza pura, separata da quelle che sono le sue applicazioni tecniche, implica anche meraviglia, fascino, incanto: è così che la fisica quantistica o la cosmologia possono aprirci spazi mentali e curiosità nuove, prima del tutto inimmaginate.

Un’ulteriore considerazione è nata nel corso degli anni, dall’esperienza stessa delle Vacances e riguarda il fatto che gli stessi docenti spesso sentono l’esigenza di uscire dall’ambito universitario e di confrontarsi con un pubblico più vasto e non specialistico affinché il loro sapere non resti solo qualcosa di astratto ed avulso dalla vita ed il loro linguaggio ritrovi la capacità di essere comprensibile ai più. Tra l’altro, frequentemente, i non esperti hanno la capacità di porre l’attenzione e fare domande in merito a questioni che gli esperti del campo tendono a dare per scontate, risultando così molto stimolanti.