Dal 9 al 16 luglio 2011 a Soprabolzano (BZ)

Molto si è scritto negli ultimi anni sui rapporti tra neuroscienze e filosofia. Psicologi e neurofisiologi sembrano fare a gara nel riempire la propria agenda di temi e problemi a lungo appannaggio della ricerca filosofica. Anche i filosofi si rivolgono al tema con rifiorito interesse: basta sfogliare l’indice di una qualsiasi rivista per avere un’idea di quanta attenzione godano le neuroscienze all’interno dello stesso ambito filosofico, tanto che si comincia a parlare di una vera e propria «filosofia delle neuroscienze».

Ma che cosa davvero significa fare filosofia delle neuroscienze?

L’atteggiamento prevalente tra i filosofi di professione è quello dell’analisi concettuale, volta a chiarire i presupposti dei vari approcci sperimentali, al fine di evitare fallacie logiche, incongruenze metodologiche e/o veri e propri errori categoriali. Molto meno diffuso è, invece, l’atteggiamento che affonda le sue radici nella tradizione della «filosofia naturale» e che ha come obiettivo principale quello di integrare filosofia e neuroscienze, cercando così di mostrare ai neuroscienziati la rilevanza che l’analisi filosofica può avere per la loro stessa indagine sperimentale e ai filosofi l’impatto che tale indagine può avere sulle nozioni base della loro analisi concettuale.

Per quanto minoritario, tale atteggiamento sembra oggi quello più promettente, dal punto di vista sia filosofico sia neuroscientifico. Ciò vale in particolare per quella che con una felice espressione è stata chiamata «la neurofisiologia dell’azione». Essa non solo ci spinge a cambiare profondamente il nostro modo di concepire natura e funzioni di quel mosaico di aree cerebrali che formano il «sistema motorio», ma ci impone anche di ripensare non poche delle nozioni filosofiche chiave, giungendo così a riformulare in modo nuovo questioni che da sempre assillano la ricerca filosofica, a cominciare dalla possibilità di definire un senso minimo del Sé e di vedere se e in che misura un senso, sia pure minimo, di Sé comporti un senso, sia pure minimo, dell’Altro.  

Temi delle giornate

1. Introduzione:  Filosofia e neuroscienze: è tutta (o quasi) questione di metodo 

2. Il Sé e le sue forme ovvero sui molti modi in cui facciamo esperienza di noi stessi e sull’esigenza di una concezione minimale del Sé.

3La tentazione del Sé corporeo ovvero su come l’esperienza del nostro corpo plasma l’esperienza di noi stessi come soggetti coscienti di sé.

3. Coscienza del corpo ovvero di cosa davvero facciamo primariamente esperienza quando facciamo esperienza del nostro corpo.

4. Un omaggio a James G. Gibson ovvero su come la percezione del mondo che ci circonda ci restituisce un senso, sia pure minimo, di noi stessi e del nostro corpo.

5. Primo excursus sperimentale ovvero su come talvolta le questioni filosofiche possano smettere d’essere indagate a tavolino e diventare materia di laboratorio

6. A lezione da Maurice Merleau-Ponty ovvero su come lo spazio del corpo non è solo questione di pelle ma dipende dalla portata dell’azione

7. Il potere dell’azione ovvero su come la coscienza delle nostre possibilità d’agire dà forma alla coscienza di noi stessi come Sé corporei

8. Braccia di gomma e mani anarchiche ovvero su come il «lato oscuro» dell’agire ci aiuta a comprendere meglio la natura profonda del nostro Sé corporeo

9. Senso di Sé & senso degli altri Sé ovvero su come facciamo esperienza di noi stessi come Sé corporei tra e con altri Sé corporei

10. Azioni e intenzioni allo specchio ovvero su cosa fanno e a cosa servono i neuroni specchio

11. Secondo excursus sperimentale ovvero su come ci rispecchiamo nei corpi degli altri e nelle loro potenzialità d’azione

12. Sociali sin dalla nascita ovvero su come si sviluppa la nostra capacità di fare esperienza di noi stessi a partire dagli altri e di fare esperienza degli altri a partire dai noi stessi.

Biografia

Corrado Sinigaglia insegna attualmente Filosofia della Scienza ed Epistemologia delle Scienze Umane presso l’Università degli Studi di Milano. Dopo essersi laureato in Filosofia a Milano ha studiato presso l‘Università Cattolica di Lovanio, la Scuola Normale Superiore di Parigi e l’Università di Genova, dove ha preso il dottorato in Filosofia della Scienza.

Si è a lungo occupato di fenomenologia, indagando in particolare genesi e struttura delle forme elementari di rappresentazione dello spazio. Negli ultimi anni si è sempre più dedicato allo studio dei meccanismi neurali e dei processi psicologici alla base della cognizione sociale. Ha pubblicato insieme con Giacomo Rizzolatti il volume So quel che fai. Il cervello che agisce e i neuroni specchio (Raffaello Cortina, Milano 2006).

Opere

Tra i suoi lavori più recenti: C. Sinigaglia, Mirroring and making sense of others. Nature Reviews Neuroscience, 11: 449, 2010; G. Rizzolatti, C.Sinigaglia, The functional role of the parieto-frontal mirror circuit: Interpretation and misinterpretations. Nature Reviews Neuroscience 11: 264-274, 2010; V. Gallese, C. Sinigaglia, The bodily self as power for action. Neuropsychologia 48: 746-759, 2010; C. Sinigaglia, Mirror in action. Journal of Consciousness Studies, 16, 6-8: 309-334, 2009; V. Gallese, M. Rochat, G. Cossu, C. Sinigaglia, Motor cognition and its role in the phylogeny and ontogeny of action understanding. Developmental Psychology, 45, 1: 103-113, 2009.