Intervista di Felipe Ramos al M° Franco Bertossa in occasione della conferenza a Santiago del Cile. Articolo pubblicato su El Mercurio, periodico nazionale cileno, il 3 ottobre 2015  

 

Nonostante sia praticamente appena sceso dall’aereo che lo ha portato qui dall’Italia, il viso di Franco Bertossa appare riposato. Sempre sorridente e di voce calma e bassa, tutto nel suo corpo e nei suoi movimenti riflette la sua condizione di maestro spirituale, posizione dalla quale insegna a meditare da più di trent’anni.

Fondatore dell’Associazione Spazio Interiore e Ambiente (ASIA), organizzazione dedicata a promuovere il dialogo tra la cultura e la sapienza in Occidente e Oriente, e che fuori dall’Italia ha una sede a Las Condes, Bertossa si trova in Cile per tenere un corso per i membri della sua organizzazione e per tenere una conferenza per Encuentros El Mercurio il prossimo martedì 6 di ottobre, alle 20.00, nel Teatro Nescafè de las Artes a Providencia.

Anticipa che in quell’evento cercherà di guidare alcune persone del pubblico in modo che possano avvicinarsi all’esperienza del risveglio spirituale. «Mi piacerebbe chiedere a una decina di persone di salire sul palco e cercherò di compiere un esperimento filosofico perché possano raggiungere la loro interiorità a partire dalle loro stesse esperienze. Inoltre i partecipanti potranno fare domande e così potranno scoprire quello che sanno e quello che non sanno», anticipa Bertossa.

Settimo Dan in Aikido, praticante di Hatha Yoga, studioso della filosofia esistenziale, della fenomenologia, del buddhismo zen e del cristianesimo ortodosso, tra le altre tradizioni, da giovane visse il proprio risveglio spirituale e da allora si è dedicato a trasmettere il proprio vissuto e a trovare il linguaggio e i metodi più appropriati affinché le persone possano accedere a quell’esperienza.

«Quando avevo circa vent’anni cominciai a domandarmi quale fosse lo scopo ultimo della nostra vita. Da bambino ho ricevuto una forte formazione cattolica, però avevo l’impressione che non fosse sufficiente. Così cominciai a studiare la filosofia orientale e un giorno trovai un vecchio libro sull’Hatha Yoga. La mia fortuna fu conoscere Gérard Blitz (creatore del Club Med e praticante di yoga), che è stato un insegnante speciale che tramite lo yoga introduceva le persone alla meditazione. Nello stesso periodo lessi un libro di Ramana Maharshi che mi portò a viaggiare in India e ad imparare dai suoi discepoli. Fu un periodo di ricerca interiore che mi portò, un giorno, mentre camminavo, ad esperire un risveglio spirituale che cambiò completamente la mia vita. Quando penso a quel momento piango ancora».

Lei aveva ventisei anni quando visse quel risveglio. Come è stata quell’esperienza?

«È stato qualcosa di molto semplice, ma per ottenerlo ho dovuto passare periodi di angoscia in cui mi capitava di svegliarmi vedendo il soffitto della mia stanza e pensando che la mia vita si riassumeva nell’andare a scuola, all’università, poi al servizio militare, sposarmi, trovare un lavoro, andare in pensione e poi morire. Ma allora qual è il senso di tutto questo? Non lo trovavo, nonostante la mia famiglia fosse molto religiosa e buona. Per me non era sufficiente e avevo bisogno di qualcosa che potessi sperimentale e non solo credere. All’improvviso accadde, e trovai quello che stavo cercando. Successivamente mi sono occupato di far risvegliare altre persone che cercavano la stessa cosa e ci sono riuscito. Questo è il mio lavoro».

Lei ha detto che le persone non hanno bisogno di diventare asceti o di isolarsi da ciò che li circonda per seguire un cammino interiore.

«Questo non è il tempo per monasteri o per la vita monacale. Viviamo in mezzo a centinaia di stimoli ed è molto difficile per chiunque condurre una vita in permanente ritiro spirituale. Credo che dobbiamo trovare un modo di vivere normalmente avendo l’opportunità di ottenere l’illuminazione. Ho fondato l’associazione ASIA più di trent’anni fa e mi sono reso conto che è possibile che le persone lavorino, abbiano una famiglia, e contemporaneamente possano praticare un paio di volte alla settimana, trovando la luce interiore che cambierà completamente la loro vita. È un modo di scoprire il sacro».

Molti cattolici o cristiani non si addentrano nella filosofia orientale perché pensano che sia contraria a ciò in cui credono. È possibile essere cristiani e allo stesso tempo seguire una filosofia orientale?

«Al momento questo è il mio grande problema. Rispetto profondamente la mia religione di nascita, leggo abitualmente le scritture e mi piace molto la figura di Gesù, ma sento che al giorno d’oggi pratichiamo la nostra religione in modo insufficiente. Credo che il mondo occidentale abbia bisogno di un modo di sperimentare la propria fede, e non solo crederla. Questo è stato il mio problema. Volevo sentire, volevo vedere, essere sicuro, e questo mi è stato concesso. La cristianità ha bisogno di trovare un nuovo modo di sperimentare il contenuto della propria fede.

Traduzione a cura del Centro Studi Asia