Dal 15 al 25 luglio 2021 ad Anterselva di Mezzo (BZ)

Evento annullato 
Comunicheremo le nuove date appena possibile

Galileo in Tibet 2021
Indagare se stessi attraverso la scienza, la filosofia, la meditazione

Introduzione

L’Intelligenza Artificiale sta diventando sempre più pervasiva nella nostra vita. Più i sistemi informatici sviluppano nuove capacità, più domande emergono sulla differenza fra uomo e macchina, fra cognizione umana e cognizione artificiale. Una domanda diventa centrale: cosa significa essere consapevoli? Ovvero: cosa significano “sapere”, “capire”, “sentire”, nelle loro accezioni più profonde? Affronteremo il tema in modo interdisciplinare, mettendo a confronto i risultati scientifici e tecnologici sull’intelligenza artificiale e sulle neuroscienze con riflessioni filosofiche, insieme a pratiche di attenzione in prima persona e di meditazione sviluppate in Oriente. Il confronto con una possibile mente artificiale è certamente una occasione per comprendere meglio cosa sia mente umana in questo stesso momento. Si tratterà di un percorso tra conoscenze scientifiche, in terza persona (tutte le osservazioni vengono ridotte ad un “dato”), conoscenze filosofiche e osservazioni autoriferite, in prima persona (io osservo me stesso mentre osservo). Un viaggio affascinante tra scienza, filosofia e Buddhismo, nell’incantevole cornice di Anterselva di Mezzo.

Scarica il programma completo della settimana.

Iscrivendosi entro l’8 maggio è possibile usufruire di una quota di partecipazione agevolata. 

La presente edizione delle Vacances de l’Esprit avrà inizio sabato 18 luglio alle 21 e prevede due incontri al giorno: dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 19.00. Al mattino, dalle 7.00 alle 8.00, sarà offerta la possibilità di approfondire i temi del corso attraverso la pratica della meditazione. Durante il corso della settimana è prevista una mezza giornata libera che verrà decisa in base alle previsioni meteo, in modo da garantire la possibilità di fare escursioni lunghe.

Cognizione umana e informazione: una prospettiva evolutiva

con Roberto Ferrari e Paolo Pendenza

Un salto nel passato del genere Homo, e uno nel futuro. I passaggi evolutivi decisivi per la nostra specie sembra siano la neotenia – una sorta di infantilizzazione programmata – e una improvvisa esplosione mentale, la “rivoluzione cognitiva” che da 60.000 anni ci spinge a produrre figure, simboli, rappresentazioni, fino al linguaggio. Come è nata la capacità figurativa primordiale? Come siamo usciti dalla condizione dell’animale, che come noi è cosciente ma che è il suo mondo, e siamo diventati “formatori di mondi” – come ci definisce Martin Heidegger? E perché solo Homo sapiens l’ha sviluppata, e non altri Homo, altri cugini che a quel tempo abitavano il pianeta insieme a noi? L’intelligenza simbolica e concettuale è la chiave per intendere la mente umana, quella del Paleolitico come la nostra. La dimensione simbolica ha permesso la creazione di modelli, di rappresentazioni del mondo. I modelli oggi probabilmente più accurati e attendibili sono quelli scientifici, che la fisica sta portando ad un grado di astrazione sempre maggiore. Oggi il simbolo non è più connesso ad un sentire, né ha un potere evocativo, ma è sempre più associato a quanti di informazione. Se la descrizione fisica, quindi, va verso un predominio delle cause formali su quelle materiali, anche a livello sociale l’infosfera tende a diventare prevalente, rispetto ad un mondo descrivibile in termini di massa ed energia.

Mostreremo, anche, seguendo le riflessioni dell’ultimo Husserl, come sia essenziale indagare a fondo l’origine della scienza per individuare il ruolo che ha avuto e continua ad avere la prima persona.

Intelligenza Artificiale e Intelligenza

con Paolo Traverso

L’Intelligenza Artificiale (AI) è intrinsecamente – per definizione, si potrebbe quasi dire – la disciplina che mette in forte relazione l’Artificiale (le macchine, i computer…) con l’Intelligenza, sicuramente una delle caratteristiche principali della mente umana. Negli anni Cinquanta, quando è nata, al seminario presso il Dartmouth College, i padri dell’AI, guidati da John McCarthy, si diedero come obiettivo… un sogno: creare una macchina in grado di simulare il ragionamento, l’apprendimento, il pensare proprio della mente umana e l’agire proprio delle persone. Ma il grande “boom dell’AI” è ben più recente, dovuto principalmente alle tecniche di apprendimento automatico (ad esempio al “Deep Learning”) che, utilizzando l’accresciuto potere computazionale e la disponibilità di enormi quantità di dati, sono riuscite a fare cose che un tempo erano appannaggio solo dell’essere umano, come capire le immagini e le parole, creare autonomamente nuove immagini e testi, generare film e scrivere libri, comporre musica e dipingere quadri, costruire robot in grado di interagire con le persone e a volte comportarsi come le persone.

Il sogno dei pionieri dell’AI è stato raggiunto? O i recenti risultati dell’AI sono ancora distanti da quel sogno? In questo mio intervento, partirò con una introduzione all’AI, illustrando sia le tecniche a cui pensavano i pionieri dell’AI che quelle che hanno recentemente provocato il “boom dell’AI”, per evidenziare poi quali sono le domande che l’AI sta sollevando, domande sui possibili legami (o sulle differenze significative?) fra i concetti che stanno alla base degli studi in AI e il ragionamento, l’apprendimento, la conoscenza e la cognizione umana.

Dimostrare: da Talete a Gödel, e oltre. Calcolare: da Archimede a Leibniz, fino a Turing. Agire: dalle macchine di Turing ai robot, dagli animali agli umani e agli esseri illuminati.

con Henk Barendregt

Tutti gli animali, incluso Homo sapiens, sono dotati di meccanismi di sopravvivenza che permettono loro di giudicare, calcolare e agire. Certamente è fondamentale valutare possibili pericoli, puntare una preda, ed entrare in azione. Questi compiti sono svolti da reti neurali cablate nel nostro sistema nervoso centrale, inconsciamente. Ma gli esseri umani hanno anche modi coscienti, ad esempio attraverso la matematica, per eseguire i tre compiti citati, e li vedremo nel corso di tre lezioni a loro dedicate. Certamente il processo conscio riduce la velocità di produrre giudizi, calcolare risultati ed entrare in azione. Ma, citando liberamente Robert Musil (L’uomo senza qualità), “i risultati hanno una forza, una precisione e una certezza che non hanno pari nella vita”. Pensate a quanto sono influenti le possibilità che raggiunge la matematica quali, in ordine storico: fissare azoto libero, fare una bomba all’idrogeno, andare sulla luna, costruire una macchina che impara da sola a battere i campioni del mondo di scacchi. Si tratta di conquiste imponenti, al contempo impressionanti e cariche di presagi minacciosi.

Uno potrebbe pensare che la scienza sia da biasimare per questo, ma non è lei la colpevole. È la nostra propensione all’avidità, all’odio e all’ignoranza. Fortunatamente, con un certo impegno, la mente può essere liberata da questi tre fattori mentali distruttivi. Per questo proporrò altre tre sessioni dedicate alla meditazione di consapevolezza, mirata alla concentrazione, alla gentilezza amichevole e alla flessibilità.

Mente artificiale e dualismo cartesiano

con Marcello Costantini

Alla fine della sua vita, Cartesio modificò alcuni aspetti della sua teoria, il Dualismo cartesiano, sostenendo che la mente e il corpo non sono separati come una vettura e il suo conducente: piuttosto sono intimamente legati e a volte mischiati. L’idea dell’inseparabilità tra mente e corpo è stata ripresa da diversi autori – Merleau-Ponty, solo per citarne uno; secondo questo autore, il corpo è “l’abitudine primordiale”, l’abitudine che condiziona tutte le altre e grazie alla quale esse sono comprensibili. Pertanto, dato il contributo del corpo nel forgiare l’attività mentale, è plausibile anche solo ipotizzare la possibilità di creare una intelligenza artificiale?

In questo incontro analizzeremo se e come le teorie e le osservazioni neuroscientifiche contribuiscono allo sviluppo della mente artificiale.

Una qualità fondamentale dell’essere umano: la capacità di controllarsi. E le macchine?

con Francesca Ferri

Gestire gli stati fisici ed emotivi, così come controllare e regolare il proprio comportamento, sono abilità che l’essere umano sviluppa fin da bambino. Esse, infatti, sono necessarie nella quotidianità a favorire l’adattamento a situazioni nuove e l’interazione con gli altri, evitando comportamenti impulsivi, aggressivi e disfunzionali. Specifici circuiti neurali inibitori, che fanno capo principalmente alla corteccia prefrontale, sono alla base dei vari aspetti dell’autocontrollo. Tuttavia, anche fattori soggettivi quali la consapevolezza di sé, la motivazione, la sensibilità enterocettiva, l’empatia, solo per citarne alcuni, esercitano un ruolo cruciale rispetto alla capacità umana di controllarsi.

In questo incontro, dopo aver analizzato i principali fattori di natura oggettiva e soggettiva che contribuiscono alla capacità umana di autocontrollo, ci interrogheremo sulla possibilità che una macchina manifesti la stessa capacità.

Biografie

Paolo Traverso è il direttore del Centro ICT (Information and Communication Technologies) della Fondazione Bruno Kessler (FBK), il centro di FBK che dagli anni 80 è attivo nella ricerca in Intelligenza Artificiale (AI). Ha lavorato presso il Dipartimento di AI dell’Università di Edimburgo ed è diventato ricercatore di FBK dopo una serie di esperienze nel mondo industriale, a Milano, Chicago e Londra. È stato membro del comitato direttivo dell’Associazione Europea e dell’Associazione Italiana di Intelligenza Artificiale; General Chair, Program Chair e membro degli Steering Committee delle più importanti conferenze internazionali di Intelligenza Artificiale. Nel 2005, è stato nominato Fellow Eur AI, “for pioneering work in the field of Artificial Intelligence, and outstanding service to the AI community”. Attualmente è nel Consiglio Scientifico del DFKI (Deutsches Forschungszentrum für Künstliche Intelligenz), il principale centro di ricerca tedesco in AI, ed è membro del comitato di gestione del Laboratorio Nazionale CINI di Intelligenza Artificiale e Sistemi Intelligenti. Oltre a più di un centinaio di pubblicazioni scientifiche nelle principali conferenze e riviste del settore, è co-autore di due libri di testo su tecniche di Pianificazione Automatica in Intelligenza Artificiale, uno dei quali con più di 3000 citazioni e tradotto in cinese.

 

Hen(dri)k Barendregt (1947) ha studiato Logica Matematica presso l’Università di Utrecht, dove nel 1971 ha ottenuto il dottorato cum laude con Dirk van Dalen e Georg Kreisel. La sua specializzazione in logica è il Lambda calcolo, un linguaggio per esprimere algoritmi e dimostrazioni formali in modo stilizzato, ma assolutamente rigoroso. I suoi lavori più conosciuti sono The Lambda Calculus, Its Syntax and Semantics (tradotto in Russo e Chinese), 1981, Elsevier, and Lambda Calculus with Types, 2013, Cambridge University Press.
Henk Barendregt ha studiato dal 1972 al 1979 meditazione Zen con Kobun Chino Roshi (1938-2002) in California, e dal 1977 al 2006 meditazione Vipassana con Phra Mettavihari (1942-2007). Nel 2006, insieme ad altri 13 studenti senior, ha ottenuto la qualifica ad insegnare Vipassana nello stile Mahasi. Attualmente continua a praticare con diversi altri maestri.
Henk Barendregt ha ricevuto significativi fondi di ricerca personali dalla Nijmegen University (1997) e il premio Spinoza nel 2002 dalla Dutch National Science Foundation (NWO).
I finanziamenti che ha ottenuto gli hanno permesso di dirigere un gruppo di ricerca interdisciplinare che si occupa della comprensione della meditazione interiore e dei suoi effetti in termini neuropsicologici (vedi il link Dhamma pages).
Attualmente lavora su un modello logico di coscienza, che tiene conto della consapevolezza e della possibilità di aumentare la libertà tramite la meditazione.
Barendregt, Cavaliere dell’ordine del Nederlandse Leeuw (Leone Olandese), è membro dell’Academia Europaea, del Koninklijke Hollandsche Maatschappij der Wetenschappen, e della Royal Dutch Academy of Sciences.

 

Franco Bertossa è nato in Istria nel 1954 e pratica lo Yoga e le arti marziali dai primi anni Settanta. Nel 1979 partì per il primo di una serie di viaggi al Monte Athos, in Grecia, la penisola sacra della tradizione cristiano-ortodossa, abitata da monaci ed eremiti. Essendo di madrelingua croata, ebbe la possibilità di comunicare con vecchi anacoreti serbi, bulgari, russi e, in francese, con diversi romeni. Dal 1980 viaggia frequentemente per l’India visitando i luoghi e i personaggi della tradizione. È stato tra gli allievi più stretti di Gérard Blitz, secondo il cui metodo tuttora insegna lo Yoga. Detiene il 7° Dan della scuola di Yuishinkai, conferitogli da un allievo diretto del fondatore dell’Aikido, Ueshiba Morihei. Nel 1994 fonda ASIA e dal ’95 organizza le Vacances de l’Esprit, seminari di divulgazione culturale di alto profilo. È coautore dell’articolo scientifico Point Zero: an experimental inquiry of the seat of consciousness, che comprova sue intuizioni sulla coscienza. Ricercatori di Yale hanno riconosciuto che il gruppo del Centro Studi Asia è stato il primo in assoluto a porsi la questione sulla localizzazione empirica della sede della coscienza.

 

Marcello Costantini è docente universitario presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti, dove insegna e svolge attività di ricerca nell’ambito delle neuroscienze cognitive. In precedenza ha svolto la sua attività di ricerca presso l’università La Sapienza (Roma), la fondazione Santa Lucia (Roma), lo UCL, University College London, e la University of Essex, in Inghilterra. Nel 2006 ha conseguito un dottorato di ricerca presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti studiando le aree cerebrali deputate al riconoscimento delle azioni. Attualmente la sua ricerca è volta a indagare come l’interazione tra corpo e cervello dia forma all’esperienza quotidiana. In particolare, è interessato a comprendere come il contenuto dell’esperienza cambia in funzione dello stato del corpo e del cervello.

 

Roberto Ferrari, laureato in biologia presso l’Università di Modena con successive specializzazioni in biochimica ed entomologia, per oltre 25 anni ha operato presso l’Università di Bologna con ricerche su biologia e comportamento degli Insetti Sociali sul campo e in laboratorio. I suoi interessi si estendono all’epistemologia, alla biologia teoretica e alla etologia cognitiva basata sull’emergenza di menti collettive e sull’approccio enattivo di Francisco Varela. Con il Centro Studi ASIA ha conduce ricerche sulla filosofia della mente e gli studi sulla coscienza. È stato invitato più volte a condurre interventi e seminari in diverse università italiane e straniere, tra cui l’École Polytecnique e l’École Normale Supérieure di Parigi. Con Franco Bertossa è co-autore di “Lo sguardo senza occhio. Esperimenti sulla mente cosciente tra scienza e meditazione” (Ed. Alboversorio, 2005).

 

Francesca Ferri è docente universitario presso l’università “G. d’Annunzio” di Chieti, dove insegna e svolge attività di ricerca nell’ambito delle neuroscienze e della psicopatologia. In precedenza ha svolto la sua attività presso l’Università di Bologna, dove ha conseguito un dottorato di ricerca in biologia molecolare. Successivamente, si è trasferita a Parma, dove ha ottenuto un secondo dottorato di ricerca in neuroscienze lavorando nel gruppo del Prof. Vittorio Gallese. Ha proseguito i suoi studi in Canada, presso l’Institute of Mental Health Research e la University of Essex, Inghilterra. La sua ricerca si concentra sul ruolo del corpo e delle esperienze multisensoriali nella costruzione del senso del Sé, e sui correlati neurobiologici di tali esperienze. Tali ricerche si focalizzano su individui sani e affetti da disturbi del Sé (schizofrenia).

 

Paolo Pendenza si è laureato in fisica presso l’Università “La Sapienza” di Roma con una specializzazione in astrofisica teorica, ha insegnato matematica e fisica per 18 anni in vari licei del Trentino ed attualmente è Dirigente scolastico presso il Liceo “A. Rosmini” di Rovereto. I suoi interessi professionali lo hanno portato ad approfondire vari temi inerenti la didattica, la comunicazione scientifica e la filosofia della scienza, anche grazie a collaborazioni con l’Università di Trento e di Bologna. Ha tenuto numerosi corsi di divulgazione scientifica e conferenze sulla fisica moderna ponendo un’attenzione particolare agli aspetti concettuali ed epistemologici delle questioni affrontate, ed è stato promotore dei Third Culture Seminars dedicati alla filosofia della scienza presso ASIA.