Vi proponiamo la seconda di tre interviste rilasciateci durante il convegno Nascita, amore e civiltà da Clara Scropetta, Michel Odent e Liliana Lammers.
Perché ogni cultura, in modi diversi, ha sempre disturbato il processo fisiologico nel periodo che precede o segue il parto? È possibile trovare una causa comune che riguardi tutte le culture? Negli ultimi decenni la gravidanza e il parto sono sempre più sotto il controllo dei medici e la maggior parte delle donne sembra accettare tutto questo come un fatto positivo. Cosa ha portato la donna a dimenticare di essere la protagonista di questo evento e a delegare ad altri in modo così totale? Cattiva informazione? Bisogno di controllo? Paura dell’imprevisto? Mancanza di fiducia in sè? La possibilità, di cui oggi disponiamo, di un maggiore controllo su eventuali imprevisti nel parto, se da un lato ha sicuramente diminuito alcuni rischi per mamma e bambino, può da un altro lato averci resi più impreparati, più deboli nell’affrontare l’imprevisto quando inesorabilmente arriva? Che ruolo ha l’ossitocina nel legame madre-figlio? Amo mio figlio solo perché il mio corpo rilascia ossitocina? Oppure vi sono sentimenti e significati più originari a seguito dei quali avviene il rilascio di ormoni specifici?
Michel Odent, medico di fama mondiale, da anni si batte per ricordare che il parto è un processo involontario e che un processo involontario non si può aiutare, ma solo disturbare. In questa intervista evidenzia che, riguardo al parto, non si tratta di acquisire nuove conoscenze: quelle utili le abbiamo già. Ora si tratta di accettarle.
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Intervista: Beatrice Benfenati
Montaggio: Silvano Bertossa
Riprese: Maria Chiara Purcaro
Traduzione: Elena Poletti